I segreti del Conclave
di Mattia Bianchi/ 24/09/2005
http://www.korazym.org/news1.asp?IdSez=39
Ospitiamo l'articolo del vaticanista del Tg2 Lucio Brunelli sull'andamento dell'ultimo Conclave, che ha eletto Benedetto XVI. La ricostruzione è stata possibile grazie al diario di un cardinale elettore.
L'articolo di Lucio Brunelli è stato pubblicato sul numero di settembre di Limes
Domenica 17 aprile. "Nel pomeriggio ho preso possesso della camera alla Casa Santa Marta. Posati i bagagli ho provato ad aprire le persiane, perché la stanza era buia. Non ci sono riuscito. Hanno spiegato che le persiane erano state sigillate. Clausura del conclave…". Inizia così il diario di un autorevole porporato che nel suo quaderno ha appuntato non solo impressioni e notazioni di colore ma anche l´esito delle quattro votazioni che hanno portato all´elezione di Benedetto XVI. Un documento di cui, ovviamente, non possiamo svelare l´autore. Ne emerge un quadro inedito, più mosso, della elezione del cardinale Joseph Ratzinger: al terzo scrutinio la minoranza riluttante a votare l´ex prefetto della fede aveva fatto blocco sul cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, raggiungendo l´obiettivo dei 40 voti: troppo pochi per eleggere il primo papa latinoamericano della storia, ma sufficienti a impedire, in termini astratti, puramente aritmetici, il raggiungimento del tetto minimo dei 77 voti necessari per eleggere il papa (115-40= 75).
E l'obbligo del segreto? È stato deciso dai papi innanzitutto per tutelare la libertà del conclave: una fuga di notizie prima o durante il conclave, con i "seggi" nella Sistina ancora aperti, potrebbe condizionare le successive votazioni. Altra cosa, meno grave, crediamo, è una violazione del segreto post factum.
Lunedì 18 aprile, ore 16,33. "La lenta processione dei cardinali dall´Aula delle Benedizioni inizia a muoversi verso la Cappella Sistina... I 115 cardinali – il più affollato conclave della storia moderna! - si dispongono nei sei grandi tavoli sistemati ai lati della cappella. Vengono distribuite le schede. Nel suo diario la nostra fonte trascriverà solo i voti andati alle personalità più in vista, tralasciando i numerosi voti dispersi. Il conclave si apre con un´unica candidatura "organizzata" e in grado di contare su un blocco di voti predefiniti, quella del cardinale Ratzinger. Le previsioni dei vaticanisti più informati oscillavano tra i 30 e i 50 voti già sicuri per l´ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Ne ottiene infatti 47. Un'ottima base di partenza ma a Ratzinger mancano ancora 30 voti per raggiungere i due terzi necessari per l´elezione.
Molto inferiori alle stime ipotizzate sono invece le preferenze raccolte dal cardinale Martini. Diversi organi d´informazione hanno immaginato un testa a testa nel primo scrutinio fra le due eminenti personalità e qualcuno (nei giorni successivi) si è spinto a sostenere che Martini abbia addirittura sopravanzato Ratzinger nella prima votazione. Lo scarto è stato invece molto ampio e netto. La vera sorpresa del primo scrutinio è il cardinale argentino Bergoglio. Anche lui gesuita, come Martini, sebbene fra i due confratelli non vi sia sempre stata una perfetta sintonia: negli anni Settanta, al tempo del generalato Arrupe e degli infuocati dibattiti sulla teologia della liberazione, Bergoglio si era dovuto dimettere da provinciale della Compagnia di Gesù perché non condivideva la linea "aperturista" dei vertici dell´ordine ignaziano.
L'arcivescovo di Buenos Aires si è però guadagnato specialmente negli ultimi anni una diffusa fama d'uomo di Dio. Sicuro sul piano dottrinale, aperto su quello sociale, insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d'etica sessuale ("Vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo", commentava con gli amici alla vigilia del conclave). Caratteristiche che, in mancanza di un vero candidato di "sinistra", alternativo alla linea Ratzinger, faranno di Bergoglio l´uomo di riferimento per l´intero gruppo dei cardinali più riluttanti a votare il decano del sacro collegio. Da notare, in questa prima votazione, la manciata di voti ottenuti da Ruini (6) e Sodano (4). Risultato numericamente modesto, ma "politicamente" non privo di rilevanza.
Lunedì sera. La cena è alle 20 e 30. "Si conversa a tavola, scambiandosi le impressioni sulla prima votazione andata a vuoto. Altri colloqui, con la massima discrezione, avvengono dopo cena nelle camere. Piccoli gruppi, due-tre persone, non ci sono maxi riunioni. Come in tutti gli alberghi, ai mille divieti già esistenti si aggiunge quello del fumo. Il cardinale portoghese José Policarpo da Crux, fama di fumatore incallito, non resiste ed esce all´aperto per accendersi un buon sigaro".
In queste poche ore, con gran riservatezza, prendono forma le strategie dei diversi schieramenti per la mattina successiva. I sostenitori di Ratzinger si concentrano sul vasto blocco degli incerti: oltre una trentina le preferenze disperse. Gli amici del cardinale Ruini fanno sapere che il loro piccolo pacchetto di voti (6) si riverserà sul cardinale decano. Sul fronte opposto, prevale l´orientamento a fare blocco su Bergoglio. Anche i cardinali che hanno votato Martini si convincono a puntare sull'arcivescovo di Buenos Aires. Sarebbe il primo papa latinoamericano della storia, e sicuramente almeno una parte dei 20 cardinali provenienti dall´America latina lo sostiene. Una parte. È noto a tutti i partecipanti al conclave, infatti, che almeno due cardinali dello stesso continente sono schieratissimi con Ratzinger: il colombiano Alfonso Lopez Trujillo, aspro avversario della teologia della liberazione, e il cileno Jorge Arturo Medina Estevez, già responsabile dell´edizione cilena della rivista Communio, creatura teologica di Ratzinger.
L'obiettivo realista dello schieramento di minoranza che intende sostenere Bergoglio è creare una situazione di stallo, che porti al ritiro della candidatura Ratzinger. In termini concreti centrare tale obiettivo significa sfondare il muro delle 39 preferenze. Ovvero un terzo più uno dei voti. In modo da rendere matematicamente impossibile, al candidato più forte, di raggiungere i 77 voti. Poi si vedrà. I giochi si potrebbero riaprire.
Martedì 19 aprile. La sveglia suona alle 6 e 30.Le votazioni iniziano alle 9 e 30. Anche questa volta, la nostra fonte tralascia i voti dispersi che però si riducono sensibilmente (sono 9). Come previsto Ratzinger sale ancora (65), ma resta a 12 punti dalla vetta. I voti guadagnati rispetto al primo scrutinio sono 18: in parte gli arrivano dai sostenitori di Ruini (6), in parte dagli indecisi (12). Non convergono ancora sul suo nome, invece, i sostenitori di Sodano (4). Distaccato di 30 punti ma in netta crescita è Bergoglio, che aggiunge altri 25 voti alla sua dote iniziale. Sul suo nome confluiscono come previsto i sostenitori di Martini (9), che infatti non ottiene alcuna preferenza, e anche un discreto numero di cardinali che la sera precedente avevano disperso il loro voto (16). Il gesuita argentino è ad un passo dalla soglia numerica dei 39 voti che, teoricamente, può consentire ad una minoranza organizzata di bloccare l'elezione di qualsiasi candidato.
Alle 11 si procede alla seconda votazione del mattino prevista dal regolamento. E le speranze della minoranza sembrano sul punto di diventare realtà. Ratzinger cresce ancora, da 65 a 72. Gli mancano appena 5 voti per diventare il 264° successore dell´apostolo Pietro. Ma anche Bergoglio cresce, da 35 a 40. Supera di poco, ma la supera, la soglia che rende matematicamente impossibile l´elezione di Ratzinger. Se i sostenitori dell'arcivescovo di Buenos Aires decidessero compatti di resistere ad oltranza, alzando le barricate a quota 40, il cardinale tedesco potrebbe raggiungere al massimo 75 voti. E vedrebbe così sfumare l´elezione per appena due voti.
"Grande preoccupazione fra i porporati che auspicano l´elezione del cardinale Ratzinger...". Trujillo è visto da molti avvicinare in particolare i cardinali latinoamericani; cerca di convincerli che non ci sono vere alternative a Ratzinger.
Sull´altro fronte inizia a farsi strada un cautissimo ottimismo sulla possibilità di bloccare, a pochi metri dal traguardo, la corsa del cardinale bavarese. "Domani grandi novità", sussurra il cardinale Martini con un sorriso sibillino a un suo collega, durante la pausa del pranzo. Richiesto un chiarimento Martini confida di prevedere un cambiamento di candidati la mattina del giorno seguente, nel caso in cui anche le due prossime votazioni del pomeriggio si concludessero con un nulla di fatto. L´arcivescovo emerito di Milano compie persino qualche sondaggio informale alla ricerca di nuovi possibili candidati del giorno dopo. Alcuni testimoni lo vedono accostare il cardinale portoghese Jose Saraiva Martins: i due si conoscono dagli anni Settanta, quando erano entrambi rettori di università pontificie a Roma.
Ma la condizione perché i piani della minoranza riescano è che non si aprano crepe nel blocco che si è formato attorno alla candidatura Bergoglio. Invece una crepa, e nemmeno tanto piccola, si sta per aprire. Quando i 115 elettori, alle ore 16, tornano nella Sistina, l'esito del conclave è già deciso.
Martedì 19 ore 16 e 30. Il risultato dell'ultima e decisiva votazione del conclave: Ratzinger 84 voti, Bergoglio 26. Nel grafico sullo scrutinio, la nostra fonte ha anche annotato, perché "curiose", le preferenze ottenute dai cardinali in pensione Bernard Law, già arcivescovo di Boston costretto alle dimissioni per lo scandalo del clero pedofilo, e Giacomo Biffi, battagliero arcivescovo emerito di Bologna. Questi gli ultimi ricordi nel diario: "Anche il cardinale Ratzinger, man mano che si svolge lo spoglio delle schede, annota i voti con cura, sul suo foglio. Poi quando alle 17 e 30 ha superato il quorum dei 77 voti, nella Sistina c´è un momento di silenzio, seguito da un lungo cordiale applauso".
http://www.korazym.org/news1.asp?IdSez=39
Ospitiamo l'articolo del vaticanista del Tg2 Lucio Brunelli sull'andamento dell'ultimo Conclave, che ha eletto Benedetto XVI. La ricostruzione è stata possibile grazie al diario di un cardinale elettore.
L'articolo di Lucio Brunelli è stato pubblicato sul numero di settembre di Limes
Domenica 17 aprile. "Nel pomeriggio ho preso possesso della camera alla Casa Santa Marta. Posati i bagagli ho provato ad aprire le persiane, perché la stanza era buia. Non ci sono riuscito. Hanno spiegato che le persiane erano state sigillate. Clausura del conclave…". Inizia così il diario di un autorevole porporato che nel suo quaderno ha appuntato non solo impressioni e notazioni di colore ma anche l´esito delle quattro votazioni che hanno portato all´elezione di Benedetto XVI. Un documento di cui, ovviamente, non possiamo svelare l´autore. Ne emerge un quadro inedito, più mosso, della elezione del cardinale Joseph Ratzinger: al terzo scrutinio la minoranza riluttante a votare l´ex prefetto della fede aveva fatto blocco sul cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, raggiungendo l´obiettivo dei 40 voti: troppo pochi per eleggere il primo papa latinoamericano della storia, ma sufficienti a impedire, in termini astratti, puramente aritmetici, il raggiungimento del tetto minimo dei 77 voti necessari per eleggere il papa (115-40= 75).
E l'obbligo del segreto? È stato deciso dai papi innanzitutto per tutelare la libertà del conclave: una fuga di notizie prima o durante il conclave, con i "seggi" nella Sistina ancora aperti, potrebbe condizionare le successive votazioni. Altra cosa, meno grave, crediamo, è una violazione del segreto post factum.
Lunedì 18 aprile, ore 16,33. "La lenta processione dei cardinali dall´Aula delle Benedizioni inizia a muoversi verso la Cappella Sistina... I 115 cardinali – il più affollato conclave della storia moderna! - si dispongono nei sei grandi tavoli sistemati ai lati della cappella. Vengono distribuite le schede. Nel suo diario la nostra fonte trascriverà solo i voti andati alle personalità più in vista, tralasciando i numerosi voti dispersi. Il conclave si apre con un´unica candidatura "organizzata" e in grado di contare su un blocco di voti predefiniti, quella del cardinale Ratzinger. Le previsioni dei vaticanisti più informati oscillavano tra i 30 e i 50 voti già sicuri per l´ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Ne ottiene infatti 47. Un'ottima base di partenza ma a Ratzinger mancano ancora 30 voti per raggiungere i due terzi necessari per l´elezione.
Molto inferiori alle stime ipotizzate sono invece le preferenze raccolte dal cardinale Martini. Diversi organi d´informazione hanno immaginato un testa a testa nel primo scrutinio fra le due eminenti personalità e qualcuno (nei giorni successivi) si è spinto a sostenere che Martini abbia addirittura sopravanzato Ratzinger nella prima votazione. Lo scarto è stato invece molto ampio e netto. La vera sorpresa del primo scrutinio è il cardinale argentino Bergoglio. Anche lui gesuita, come Martini, sebbene fra i due confratelli non vi sia sempre stata una perfetta sintonia: negli anni Settanta, al tempo del generalato Arrupe e degli infuocati dibattiti sulla teologia della liberazione, Bergoglio si era dovuto dimettere da provinciale della Compagnia di Gesù perché non condivideva la linea "aperturista" dei vertici dell´ordine ignaziano.
L'arcivescovo di Buenos Aires si è però guadagnato specialmente negli ultimi anni una diffusa fama d'uomo di Dio. Sicuro sul piano dottrinale, aperto su quello sociale, insofferente sul piano pastorale verso la rigidezza mostrata da alcuni collaboratori di Wojtyla sui temi d'etica sessuale ("Vogliono mettere tutto il mondo in un preservativo", commentava con gli amici alla vigilia del conclave). Caratteristiche che, in mancanza di un vero candidato di "sinistra", alternativo alla linea Ratzinger, faranno di Bergoglio l´uomo di riferimento per l´intero gruppo dei cardinali più riluttanti a votare il decano del sacro collegio. Da notare, in questa prima votazione, la manciata di voti ottenuti da Ruini (6) e Sodano (4). Risultato numericamente modesto, ma "politicamente" non privo di rilevanza.
Lunedì sera. La cena è alle 20 e 30. "Si conversa a tavola, scambiandosi le impressioni sulla prima votazione andata a vuoto. Altri colloqui, con la massima discrezione, avvengono dopo cena nelle camere. Piccoli gruppi, due-tre persone, non ci sono maxi riunioni. Come in tutti gli alberghi, ai mille divieti già esistenti si aggiunge quello del fumo. Il cardinale portoghese José Policarpo da Crux, fama di fumatore incallito, non resiste ed esce all´aperto per accendersi un buon sigaro".
In queste poche ore, con gran riservatezza, prendono forma le strategie dei diversi schieramenti per la mattina successiva. I sostenitori di Ratzinger si concentrano sul vasto blocco degli incerti: oltre una trentina le preferenze disperse. Gli amici del cardinale Ruini fanno sapere che il loro piccolo pacchetto di voti (6) si riverserà sul cardinale decano. Sul fronte opposto, prevale l´orientamento a fare blocco su Bergoglio. Anche i cardinali che hanno votato Martini si convincono a puntare sull'arcivescovo di Buenos Aires. Sarebbe il primo papa latinoamericano della storia, e sicuramente almeno una parte dei 20 cardinali provenienti dall´America latina lo sostiene. Una parte. È noto a tutti i partecipanti al conclave, infatti, che almeno due cardinali dello stesso continente sono schieratissimi con Ratzinger: il colombiano Alfonso Lopez Trujillo, aspro avversario della teologia della liberazione, e il cileno Jorge Arturo Medina Estevez, già responsabile dell´edizione cilena della rivista Communio, creatura teologica di Ratzinger.
L'obiettivo realista dello schieramento di minoranza che intende sostenere Bergoglio è creare una situazione di stallo, che porti al ritiro della candidatura Ratzinger. In termini concreti centrare tale obiettivo significa sfondare il muro delle 39 preferenze. Ovvero un terzo più uno dei voti. In modo da rendere matematicamente impossibile, al candidato più forte, di raggiungere i 77 voti. Poi si vedrà. I giochi si potrebbero riaprire.
Martedì 19 aprile. La sveglia suona alle 6 e 30.Le votazioni iniziano alle 9 e 30. Anche questa volta, la nostra fonte tralascia i voti dispersi che però si riducono sensibilmente (sono 9). Come previsto Ratzinger sale ancora (65), ma resta a 12 punti dalla vetta. I voti guadagnati rispetto al primo scrutinio sono 18: in parte gli arrivano dai sostenitori di Ruini (6), in parte dagli indecisi (12). Non convergono ancora sul suo nome, invece, i sostenitori di Sodano (4). Distaccato di 30 punti ma in netta crescita è Bergoglio, che aggiunge altri 25 voti alla sua dote iniziale. Sul suo nome confluiscono come previsto i sostenitori di Martini (9), che infatti non ottiene alcuna preferenza, e anche un discreto numero di cardinali che la sera precedente avevano disperso il loro voto (16). Il gesuita argentino è ad un passo dalla soglia numerica dei 39 voti che, teoricamente, può consentire ad una minoranza organizzata di bloccare l'elezione di qualsiasi candidato.
Alle 11 si procede alla seconda votazione del mattino prevista dal regolamento. E le speranze della minoranza sembrano sul punto di diventare realtà. Ratzinger cresce ancora, da 65 a 72. Gli mancano appena 5 voti per diventare il 264° successore dell´apostolo Pietro. Ma anche Bergoglio cresce, da 35 a 40. Supera di poco, ma la supera, la soglia che rende matematicamente impossibile l´elezione di Ratzinger. Se i sostenitori dell'arcivescovo di Buenos Aires decidessero compatti di resistere ad oltranza, alzando le barricate a quota 40, il cardinale tedesco potrebbe raggiungere al massimo 75 voti. E vedrebbe così sfumare l´elezione per appena due voti.
"Grande preoccupazione fra i porporati che auspicano l´elezione del cardinale Ratzinger...". Trujillo è visto da molti avvicinare in particolare i cardinali latinoamericani; cerca di convincerli che non ci sono vere alternative a Ratzinger.
Sull´altro fronte inizia a farsi strada un cautissimo ottimismo sulla possibilità di bloccare, a pochi metri dal traguardo, la corsa del cardinale bavarese. "Domani grandi novità", sussurra il cardinale Martini con un sorriso sibillino a un suo collega, durante la pausa del pranzo. Richiesto un chiarimento Martini confida di prevedere un cambiamento di candidati la mattina del giorno seguente, nel caso in cui anche le due prossime votazioni del pomeriggio si concludessero con un nulla di fatto. L´arcivescovo emerito di Milano compie persino qualche sondaggio informale alla ricerca di nuovi possibili candidati del giorno dopo. Alcuni testimoni lo vedono accostare il cardinale portoghese Jose Saraiva Martins: i due si conoscono dagli anni Settanta, quando erano entrambi rettori di università pontificie a Roma.
Ma la condizione perché i piani della minoranza riescano è che non si aprano crepe nel blocco che si è formato attorno alla candidatura Bergoglio. Invece una crepa, e nemmeno tanto piccola, si sta per aprire. Quando i 115 elettori, alle ore 16, tornano nella Sistina, l'esito del conclave è già deciso.
Martedì 19 ore 16 e 30. Il risultato dell'ultima e decisiva votazione del conclave: Ratzinger 84 voti, Bergoglio 26. Nel grafico sullo scrutinio, la nostra fonte ha anche annotato, perché "curiose", le preferenze ottenute dai cardinali in pensione Bernard Law, già arcivescovo di Boston costretto alle dimissioni per lo scandalo del clero pedofilo, e Giacomo Biffi, battagliero arcivescovo emerito di Bologna. Questi gli ultimi ricordi nel diario: "Anche il cardinale Ratzinger, man mano che si svolge lo spoglio delle schede, annota i voti con cura, sul suo foglio. Poi quando alle 17 e 30 ha superato il quorum dei 77 voti, nella Sistina c´è un momento di silenzio, seguito da un lungo cordiale applauso".
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